Lato B? Un orrore linguistico.

culobelloLato B ormai sta per “culo”: da quando qualche giornalista o conduttore tv o politico (perchè no…) ha chiamato così il prospetto tergale umano, il sedere, il deretano, le chiappe, il podice, durante, mi pare, una stronzissima serata di miss italia uno o due anni fa è tutto un proliferare di lati B.
Ma il “lato B” (B side in english) è nato coi dischi di vinile, nei LP indicava la facciata da suonare per seconda. Poi sono arrivati i 45 giri, i “singoli”, anch’essi presentavano immancabilmente due lati e siccome era uno spreco lasciare una facciata vuota ci si metteva un brano di riempimento o una versione strumentale del singolo stesso. I CD manco ce l’hanno un lato B (una donna col culo piatto può essere definita donna CD?).
Lato B quindi ha una vaga idea di lato meno importante di qualcosa. Sicuramente viene dopo il lato A. E perchè relegare il culo in seconda piazza? Tanti uomini per prima cosa a una donna guardano il culo… quindi non va bene, non è “semanticamente” corretto chiamarlo lato B.
Le parole sono importanti, bisogna chiamare le cose con il loro nome: il culo è il culo e lato B io non lo dico (pensa litigar per la via e mandare qualcuno a pigliarselo nel lato B…).

1 commento

I commenti sono chiusi.