ogni discorso necessita del proverbiale capo e della proverbiale coda.
ma anche ciò che vi sta in mezzo è importante. un capo e una coda da soli, per quanto efficaci, sono del tutto insufficienti.
come se la vita fosse fatta solo d’infanzia e vecchiaia. o i viaggi solo di andata e ritorno. o il sesso solo di preliminari e orgasmo.
no dai la fase centrale è troppo importante.
————————
TEMA
————————
– prologo
– svolgimento
– conclusione
————————
nella fase centrale ci si può perdere, si può uscire dal seminato come di senno, divagare, travisare, svarionare. si possono lasciare discorsi a metà. come quella volta, per esempio, che andai a.
nn so se mi spiego. ammucchiare idee una sull’altra, impilarle, anche nn in ordine alfabetico.
poi però, alla fine, il capo deve andar d’accordo con la coda, si devono ritrovare, circondare ciò che sta in mezzo a loro e dargli compiutezza, o solo rifinirlo, ma cmq dargli un motivo valido per esistere ed essere così come è.
mettere vicini il capo e la coda, cmq, dopo aver eliminato tutto ciò che da essi è racchiuso, può essere un’operazione divertente. un’operazione enigmistica, futuristica. iconoclastica. capocodistica. ecco sì, CAPOCODISTICA.
capocodismo – sost. maschile, invariabile.
movimento artistico nato a cincinnati negli anni 2000 la cui estetica tende, in modo del tutto iconoclastico, ad avvicinare l’inizio e la fine di un’opera comprimendo, talvolta addirittura eliminando, tutta la parte centrale, come a creare una nuova entità sì “monca”, ma finita e indipendente, sebbene diversa, nel significato e nel significante, da ciò che in origine era.